«Francesco usa un linguaggio semplice, ma è un fine intellettuale»

24/04/2013 
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Papa Francesco

Papa Francesco

Intervista con Virginia Bonnard, la giornalista argentina che ha seguito per diversi anni Bergoglio come ufficio stampa

Andrés Beltramo Álvarez
Città del Vaticano

Jorge Mario Bergoglio non è mai stato un populista: i suoi gesti e la sua vicinanza con i fedeli devono essere interpretati nel modo giusto. Papa Francesco, in realtà, è un fine pensatore e nonostante si sforzi di essere semplice, il suo pensiero è molto profondo. Ne è convinta Virginia Bonnard, giornalista che ha collaborato diversi anni come ufficio stampa dell’arcivescovo di Buenos Aires. In questa intervista con Vatican Insider parla della  personalità e del messaggio del Pontefice argentino.

Qual è il tratto caratteristico di Bergoglio che Lei vede come continuare in Francesco?

“Tutto ciò che esprime nel contatto con le persone, nelle omelie, nelle conversazioni, ha a che vedere con l’altro; ognuno, per lui, è un interlocutore importante, perché ritiene che Gesù ci guarda tutti come singole persone. Questo è il tratto che lo caratterizzava da pastore di Buenos Aires e continua ad esserlo anche adesso che governa la Chiesa universale”.

Alcuni, di fronte ai suoi gesti, lo accusano di demagogia. Bergoglio è un populista?

“Assolutamente no, perché egli non vede una massa, vede un insieme di individualità. Lui non tratta con un insieme di soggetti, parla con esseri umani, con delle anime e dei cuori. Bisogna comprendere bene, nel suo linguaggio, la parola “periferia”. Egli cerca di comprendere le persone fino agli estremi stessi della sua vita personale, di gruppo e di comunità. Populista, mai. In tante occasioni le sue parole sono entrate in rotta di collisione con le misure di diversi governi considerati, precisamente, populisti, e lui ha sempre espresso la propria sollecitudine per la libertà dell’essere umano”.

Essere Papa è ben diverso da fare l’ arcivescovo o il cardinale. Bergoglio sarà più cauto?

“Credo che ci sarà un reciproco adeguamento tra la persona del Papa, la comunità dei romani che sono il suo primo gregge e il resto del mondo. Parlare di moderazione sarebbe un po’ doloroso. Lui ha una vita molto intensa, piena di gesti che non hanno alcun bisogno di moderazione. Forse comincerà un dialogo tra lui e i suoi critici, in maniera tale da far capire meglio i suoi gesti. Secondo alcuni, la sua umiltà potrebbe essere troppo semplice, anche irritante, ma questi sono i modi di Francesco, che sin dal nome ha indicato la linea del proprio Pontificato”.

Un discorso così semplice, capace di raggiungere tutti, manca di profondità?

“Lui sa molto bene che il mondo lo ascolta e per questo motivo si sforza dir far comprendere le sue parole in qualsiasi angolo del pianeta. Mi piacerebbe sentire la sua voce risuonare negli ambiti accademici, tra gli scienziati, negli spazi non religiosi, nel “Cortile dei Gentili”: vorrei constatare come si svolgerebbe questo dialogo. Il Papa è un uomo con una solida formazione e con un pensiero molto profondo: è un grande intellettuale e un fine cultore di letteratura, soprattutto i classici. Durante l’estate, in Argentina, rimaneva da solo a leggere in Curia, godendo del proprio tempo libero, studiando, pregando, e questo, presumo, continuerà a farlo anche a Roma. Le comunicazioni di Bergoglio sono sempre state magistrali, sia in ambiti giuridici che umanistici; la profondità dei suoi concetti è stata sempre la sua bussola”.

Alcuni lo accusano di promuovere una Chiesa di “rinunce”, soprattutto quando in Argentina ha deciso di non opporsi con molta forza alle nozze gay. E’ vero?

“Siamo di fronte a un uomo di dottrina che è assolutamente in sintonia con le decisioni della Chiesa, ma che presenta pure una forte dimensione di apertura al dialogo. Gran parte della Chiesa argentina cercava di dialogare con questi altri livelli, legislativi o con le organizzazioni che portavano avanti queste proposte. In ogni caso non credo lo si possa definire come una persona contro o a favore di qualcosa: lui ascolta il mondo e continuerà a farlo”.

La biografia di Bergoglio è stata molto criticata. Chi sono i suoi critici, del passato e del presente?

“Bisognerebbe chiedere conto a loro delle basi dalle quali scaturiscono le critiche e ascoltarli. Perché lui ascolta tutti (d’accordo o meno), è un uomo umile e di preghiera, di enorme fede. Adesso i critici dovrebbero vedere cosa è che li ha motivati; se le loro cause sono ancora valide e se vorranno continuare con le loro segnalazioni o se preferiranno allontanarsi per seguire attentamente da un osservatorio, anche necessario, un pontificato da tempo atteso nella storia della Chiesa”.

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